Resti di torchi di tradizione romana in Valpolicella

Paolo Liverani

Abstract


Lo studio prende avvio dalla presenza sparsa di grosse pietre cilindriche o troncoconiche che in vari luoghi s’intravedono a sostegno di croci votive o murate in qualche casolare di campagna. Tutte hanno in comune una coppetta scavata nel centro della faccia superiore di 20-30 cm di diametro, non molto profonda e con due incassi verticali a coda di rondine disposti simmetricamente sui lati. Tali caratteristiche consentono di identificare le pietre in contrappesi di vecchi torchi per la spremitura delle vinacce e della pasta delle olive. Dopo una spiegazione del funzionamento dei torchi a contrappeso, viene sottolineata la somiglianza dei contrappesi in loco rinvenuti con esemplari dedotti da fonti iconografiche ed archeologiche d’età antica. L’analogia, però,  ovviamente non basta a definire una datazione, essendo gli stessi in uso anche in epoche successive. In qualche caso, come per il contrappeso murato nel campanile della pieve di San Floriano, è possibile avere un termine ante quem nel secondo quarto de secolo XII, quando venne costruita la pieve, ma la conclusione dello studio propende in generale per un’età più avanzata dei manufatti. Un’appendice finale elenca i contrappesi presenti in Valpolicella e la loro collocazione. 


Parole chiave


Torchio; Contrappeso; Termini muti di centuriazione

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