Una possessione dell’alta collina valpolicellese tra Sei e Settecento: Crestena

Marco Pasa

Abstract


Nell’alta Valpolicella, povera di risorse idriche, gli investimenti fondiari della borghesia cittadina nella prima epoca moderna sono rari. Uno dei pochi esempi è quello dei Clusoni, facoltosa famiglia di mercanti originaria di Clusone in Val Seriana nel distretto bergamasco. Nella seconda metà del Cinqucecento, Pietro Clusoni è proprietario di una vasto fondo a Crestena che include il ponte di Veia. La gestione del fondo è affidata nel 1591 a un conduttore secondo forme contrattuali che prevedono precise norme rivolte al miglioramento agrario, alla conduzione del bestiame e a preservare il patrimonio boschivo della possessione. A metà del Seicento, la proprietà passa per eredità ai Maffei di San Pietro Incarnario e poi, agli inizi del Settecento, ai Medici. Nel 1744, fu Lucrezia Maffei, maritata Medici, a vedersi depauperata di parte della possessione di Crestena assegnata al Comune di Prun.

Parole chiave


Famiglia Clusoni; Famiglia Maffei

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