Un’Ultima cena nella pieve di San Giorgio e un pittore in Valpolicella all’alba del XV secolo

Fausta Piccoli

Abstract


I recenti restauri offrono l’occasione per una complessiva rilettura dell’Ultima cena sulla parete meridionale di San Giorgio Ingannapoltron. L’opera rientra in un fortunato filone iconografico che, nel territorio veronese, vanta undici testimonianze di pittura murale tra il xive l’inizio del xvsecolo. Pur rispondendo a convenzioni figurative codificate da secoli, il soggetto si offre anche a un piano di lettura piú ‘profano’, nella resa vivace dei commensali e nella varietà di stoviglie e cibi imbanditi sulla mensa. Intorno al dipinto di San Giorgio è possibile aggregare un corpusdi opere riferibili, su base stilistica, alla mano di un pittore attivo tra la Valpolicella e il lago di Garda all’inizio del xvsecolo. Un riesame delle fonti d’archivio e delle iscrizioni conservate su alcuni riquadri votivi consente di stabilire legami certi tra l’artista e i lapicidi di Sant’Ambrogio, che gli affidarono tra l’altro la decorazione del piccolo oratorio di San Zeno in Pulia.

Parole chiave


Ultima cena; Maestro di San Zeno in Pulia

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