Villa Saibante-Monga a San Pietro in Cariano: un progetto irrealizzato?

Giovanni Castiglioni, Simone d'Aumiller

Abstract


Villa Saibante Monga a San Pietro in Cariano, cronologicamente riferita dalla storiografia al terzo decennio del XVII secolo, è rimasta sostanzialmente ai margini degli studi. Attraverso l’analisi del complesso, si presuppone che l’edificio dominicale fosse concepito all’interno di un sistema tripartito di cui esso e il parterre di ingresso occupavano la parte centrale, mentre le due sezioni laterali perfettamente uguali e simmetriche dovevano essere costituite da altrettanti giardini realizzando così uno schema assiale aperto, rimasto tuttavia incompleto. Si descrive la struttura del complesso e della decorazione interna, con gli affreschi autografi del pittore veronese Paolo Ligozzi, datati 1629, che animano uno dei saloni della villa. Il giardino è invece condizionato dagli interventi ottocenteschi di Andrea Monga, venuto in possesso della proprietà di San Pietro nei primi anni dell’Ottocento, impostato sui canoni dell’informale e del pittoresco, ma dove il rigore geometrico che disegnava l’impianto originario è desumibile dalla restituzione fornitaci dal Catasto napoleonico, che mostra un impianto all’italiana imperniato sulla grande vasca ellissoidale, arricchita dal gruppo scultoreo raffigurante divinità marine e tritoni, che comprende anche una grotta, posta tra le rampe che collegano il giardino all’orto soprastante, derivante dagli antichi ninfei ed elemento ripreso nel Veronese nel XVI secolo.


Parole chiave


Villa Saibante Monga; Saibante famiglia; Andrea Monga; Paolo Ligozzi; Ninfeo; Giardino all’Italiana; Giardino informale

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