Gaetano Pellegrini e la paletnologia veronese

Luciano Salzani, Paola Salzani

Abstract


Gli A. affrontano in questo contributo la personalità scientifica di Gaetano Pellegrini delineando l’influsso che essa esercitò sulla nascente paletnologia veronese nell’ultimo quarto del XIX secolo. Se lo studio delle antichità preistoriche e protostoriche del Veneto occidentale e della sponda veronese del Garda ebbe da principio come principale esponente Pietro Paolo Martinati, è con Gaetano Pellegrini, studioso di vasta cultura e di viva intelligenza, che acquista caratteri di sistematicità e professionalità. Si descrivono dettagliatamente gli scavi da lui diretti in prima persona alla Rocca di Rivoli, sottolineando l’attenzione ai contesti, oltre che ai reperti, e l’interesse per gli aspetti naturalistici e stratigrafici. Su di un piano di minore accuratezza si collocano invece le osservazioni di Pellegrini relative alla necropoli dell’età del Bronzo di Povegliano, al cui scavo non poté dedicarsi personalmente. Rifacendosi a un’ampia documentazione d’archivio da cui si evincono i peculiari rapporti intercorsi tra Pellegrini e Pigorini, gli A. descrivono infine le vicende che portarono la totalità dei reperti di Povegliano e di altri siti veronesi a confluire nel Museo preistorico di Roma.


Parole chiave


Storia degli studi; Gaetano Pellegrini; Luigi Pigorini; Rocca di Rivoli; Povegliano; Neolitico; età del Bronzo

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