L’oratorio di San Zeno in Poia: vicende storiche della chiesa e della confraternita della Buona Morte

Massimo Donisi

Abstract


Il complesso architettonico di San Zeno in Poia (o Puia, noto localmente come San Zenetto), sopra Sant’Ambrogio, è costituito da tre emergenze, formatesi per stratificazione nell’arco dei secoli: l’oratorio, il campaniletto a canna semplice (posteriore) e l’attigua abitazione a due piani, ortogonale all’edificio sacro. Attraverso un’analisi stilistica, si conferma la collocazione della chiesa alla fine del XII secolo, come opera ritardataria del Romanico veronese più rappresentativo e ispirata all’epoca d’oro di questo periodo, vale a dire gli anni Trenta del XII secolo. L’interno è il risultato di una serie di rimaneggiamenti susseguitisi nei secoli, dagli affreschi più antichi datati alla seconda metà del XIV secolo, all’altare barocco del XVIII secolo, fino agli interventi sugli apparati effettuati dal lapicida Domenico Cecchini, che custodì la chiesa dal 1719 al 1753. Attraverso la documentazione archivistica e in particolare le visite pastorali vengono ricostruite le principali vicende della chiesa, che appare legata alla comunità di lapicidi locali, gli stessi che probabilmente ne vollero l’edificazione e che espressero la costituzione di un Convivium qui presente, citato nel 1315, oltreché di una Confraternita della Buona Morte che vi fisso la sua sede nel XVIII secolo.


Parole chiave


San Zeno in Poia; Romanico; Convivium; Confraternita della Buona Morte

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