La contrada della Beverara di Verona dal 1408 al 1433: aspetti economici e sociali

Claudio Bismara

Abstract


L’analisi di numerosi atti notarili veronesi rogati tra il 1408 e il 1433 e relativi alla contrada della Beverara di Verona, congiuntamente alle rilevazioni d’estimo dello stesso periodo, mette in luce molti aspetti sconosciuti di questa parte della città: dalla topografia alle caratteristiche delle abitazioni, dalla professione dei suoi abitanti al loro livello socio-economico, dalle loro scelte testamentarie all’ammontare delle doti. La contrada, una delle più popolose di Verona, oltre alla porzione intramuraria stretta tra quelle di San Zeno Superiore e di San Zeno in Oratorio, comprende anche il borgo extra muros civitatis di San Massimo. Come a San Zeno Superiore, le caratteristiche degli edifici sono piuttosto dimesse e prive di sfarzo, riflesso anche dell’attività dei suoi abitanti, spesso immigrati, che si dedicano in prevalenza alla manifattura tessile. Il progresso sociale di qualche raro individuo non cambia la situazione economica della maggioranza che, negli anni considerati, va progressivamente peggiorando. Gli inventari, i testamenti e i contratti di dote confermano le modeste condizioni di vita, che non lasciano spazio per il lusso. Ciò nonostante, l’operosa comunità si ritrova unita attorno alla pieve di San Procolo e ad altre istituzioni religiose, a favore delle quali destina molti lasciti, anche per la commissione di non trascurabili opere d’arte.


Parole chiave


Beverara; Storia urbana; Manifattura tessile; Atti notarili; Storia sociale

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Studi Veronesi
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